Il riassorbimento osseo peri-implantare continua a rappresentare una sfida per l’implantologia moderna, nonostante i grandi progressi compiuti negli ultimi decenni. Questo fenomeno, legato principalmente a fattori di natura biomeccanica e infettiva, può compromettere il successo a lungo termine degli impianti.
Fortunatamente, la ricerca scientifica ha raggiunto traguardi impensabili fino a poco tempo fa. Nuove conoscenze in campo biomateriali hanno portato alla messa a punto di impianti con superfici microrugose capaci di stimolare al meglio l’integrazione ossea. Inoltre tecniche chirurgiche sempre meno invasive, come l’inserimento mediante tecnica flapless, riducono i rischi di danno tissutale.
Un ruolo chiave è giocato anche dalla profilassi orale, settore in cui diagnostica avanzata e nuovi presidi terapeutici permettono un controllo efficace del biofilm batterico. Da non sottovalutare i progressi in campo rigenerativo tissutale, con cellule staminali e fattori di crescita in grado di stimolare la neoformazione di osso maturo e vascolarizzato.
Grazie a questi colossali sforzi di ricerca, oggi è possibile limitare significativamente il riassorbimento osseo, raggiungendo tassi di successo implantare vicini al 100% nei casi ben selezionati e gestiti. Un traguardo impensabile solo pochi anni fa.
Riassorbimento osseo Monza Biranza: cause del riassorbimento osseo peri-implantare
Il riassorbimento osseo peri-implantare è una sfida clinica tutt’oggi oggetto di studio. Le cause implicate sono principalmente di natura biomeccanica e biologica.
A livello biomeccanico, un carico statico o dinamico eccessivo applicato sull’impianto può determinare una rimodellazione ossea adattiva finalizzata a smorzare le tensioni. Anche la presenza di componenti protesiche male confezionate può riverberare sovraccarichi all’osso.
Inoltre, fattori infiammatori di natura biologica possono innescare il riassorbimento, come l’infezione da biofilm batterico placcare non adeguatamente contenuta. Anche la compromissione dei tessuti molli peri-implantari può favorire l’insorgenza di processi infiammatori cronici. Un ruolo determinante è svolto altresì da condizioni sistemiche quali il diabete non compensato o la granulomatosi di Wegener, in grado di alterare l’omeostasi del rimodellamento tissutale.
Sebbene non completamente chiariti, questi meccanismi evidenziano come il rispetto di parametri morfologici, igienici e fisiologici risulti essenziale ai fini di una corretta osteointegrazione nel tempo. Un ruolo fondamentale è svolto dalla progettazione di impianti con superfici testurizzate e trattamenti al plasma capaci di stimolare al meglio i processi di neo-vascolarizzazione e rigenerazione ossea. Inoltre, gli studi più recenti e le nuove tecniche odontoiatriche hanno evidenziato come tecniche di carico controllato possano prevenire il riassorbimento osseo, consentendo la maturazione dell’integrazione tra osso e superficie implantare.
Riassorbimento osseo dentale Monza Biranza: manifestazioni cliniche
Le manifestazioni cliniche del riassorbimento osseo peri-implantare compaiono spesso in forma subdola e possono avere differenti espressioni, tra cui:
- Riduzione dei margini ossei radiografici rispetto al baseline post-insertivo, con perdita dell’osso verticale e orizzontale.
- Mobilità patologica dell’impianto, sintomo di compromissione dell’interfaccia osso-impianto, e possibile perdita dell’ancoraggio con il tempo.
- Fallimento della guarigione dei tessuti molli e protratta presenza di tasche parodontali, indici di instabilità micro-architettonica a carico dell’osso.
- Difficoltà protesiche come componenti troppo lunghe o distorsioni del piano occlusale, conseguenza di un riassorbimento non diagnosticato precocemente.
Il controllo radiografico seriale risulta indispensabile per intercettare i primi segni di riassorbimento, tuttavia una tempestiva anamnesi e visita clinica permettono spesso una diagnosi precoce e trattamenti conservativi risolutivi.
Impianto dentale e riassorbimento osseo: Prevenzione e trattamenti
La prevenzione del riassorbimento osseo peri-implantare è un obiettivo primario da perseguire con un approccio globale e multidisciplinare. Un ruolo chiave è giocato dall’igiene orale quotidiana, fondamentale alleata per mantenere sotto controllo la patologia infettiva di origine batterica. A questo scopo risulta indispensabile fornire al paziente le corrette istruzioni sulla tecnica di spazzolamento e l’uso di collutori e medicazioni antibatteriche per aiutare a controllare i fattori infiammatori.
Altrettanto importante è l’uso di tecniche chirurgiche delicate in fase di impiantazione, tese a ridurre al minimo i traumi tissutali e a preservare l’anatomia micro e macro somatica. Anche la scelta dei materiali implantari, prediligendo impianti con superfici microrugose e capaci di favorire l’osteoconduzione, risulta rilevante. Da considerare inoltre l’opportunità di interventi rigenerativi tissutali per trattare eventuali difetti ossei periapicali, mediante tecniche di innesto osseo dentale o l’utilizzo di membrane. Un monitoraggio radiografico periodico permette infine una diagnosi precoce di alterazioni, consentendo trattamenti conservativi o la sostituzione dell’impianto se compromesso.