L’impianto dentale è una procedura medica che permette di restituire il sorriso a chi ha perso uno o più denti. L’intervento consiste nell’inserimento di una vite di titanio, all’interno dell’osso mascellare, su cui applicare successivamente il dente sostitutivo. Si usa il titanio in quanto si tratta di un materiale biocompatibile che si integra perfettamente alle ossa.
Gli impianti dentali sono fondamentali per permettere ai pazienti di recuperare una piena funzionalità masticatoria. Un altro vantaggio degli impianti dentali è l’elevato tasso di successo anche se ci sono alcuni casi in cui non è sempre possibile procedere all’operazione.
Un’altra domanda che si pone spesso chi si sta per sottoporre a un intervento di implantologia dentale è quanto dura un impianto dentale?
Sapere quando non si può fare un impianto dentale è importante per avvisare immediatamente il dentista di alcune patologie che possono complicare l’intervento di implantologia.
Quando non si può fare un impianto dentale?
L’impianto dentale può essere inserito, nella maggior parte dei casi, senza alcun problema. Le persone di età avanzata che intendono sottoporsi a un intervento di implantologia dentale non hanno nulla di cui temere. Sono numerosi, infatti, i casi di pazienti ottantenni che hanno subito interventi con ottimi risultati.
L’età avanzata del paziente non rappresenta, quindi, un problema per l’impianto dentale. Il problema, al contrario, può sorgere in presenza di un paziente troppo giovane. Per sottoporsi a un intervento di implantologia, infatti, le ossa del cranio devono aver terminato il proprio processo di crescita. Nei casi di pazienti adolescenti, a dire il vero assai rari, è fondamentale analizzare a fondo la situazione attraverso una radiografia.
Ma, quindi, quando non si può fare un impianto dentale? L’unico fattore che può limitare l’inserimento di un impianto dentale è la condizione dell’osso presente nella cavità orale. Il dentista, infatti, per poter installare la nuova radice che fa da supporto al dente ha bisogno di una quantità di osso sufficiente. In alcuni casi, poi, l’osso mascellare non solo è insufficiente, ma è addirittura assente del tutto.
Grazie all’evoluzione della tecnologia è comunque possibile inserire un impianto dentale anche in totale assenza di osso mascellare. Tra le tecniche che si usano più spesso ci sono l’innesto osseo e il rialzo del seno mascellare.
Carenza osso alveolare
La carenza osso alveolare è una condizione comune tra coloro che si devono sottoporre a un intervento di implantologia dentale. Colpisce soprattutto le persone che subiscono, nel corso della vita, l’estrazione di un dente o problemi dentali gravi. Per carenza osso alveolare si intende la mancanza di spessore o volume nell’osso alveolare, ovvero quello che circonda e supporta i denti.
La carenza osseo alveolare è la causa di numerosi problemi dentale e compromette la funzione masticatoria. Per questo motivo, coloro che sono colpiti da questo problema si rivolgono all’implantologia dentale per riavere denti sani.
Per fortuna esistono diversi trattamenti che permettono al dentista di installare regolarmente un impianto dentale in caso di carenza osso alveolare. Uno di questi è la rigenerazione ossea guidata che, grazie a materiali di riempimento osseo e membrane, favorisce la crescita di nuovo tessuto osseo. Un’altra opzione che si utilizza spesso è l’innesto osseo o di materiali sintetici per aumentare lo spessore dell’osso.
Patologie parodontali e sistemiche
Le patologie parodontali rappresentano un problema per la salute orale e possono avere ripercussioni di tipo sistemico. La malattia parodontale si manifesta solitamente come un’infiammazione ai tessuti che fanno da supporto ai denti e può causare diversi danni al corpo dell’uomo.
Tra gli effetti collaterali delle patologie parodontali c’è un maggiore rischio per chi ne soffre di sviluppare malattie cardiovascolari. L’accumulo di placca batterica e l’infiammazione delle gengive, inoltre, possono innescare una risposta infiammatoria sistemica. Una situazione che, a lungo andare, aumenta la probabilità di andare incontro a infarti e ictus.
Un altro fattore di rischio di coloro che soffrono di patologie parodontali è il diabete. L’infiammazione cronica delle gengive, infatti, può peggiorare la resistenza all’insulina e influire sulla regolazione del glucosio nel sangue. Situazione che rende difficile il controllo della glicemia e che aumenta il rischio di complicanze legate al diabete.
Chi soffre di patologie parodontali può avere anche problemi respiratori. L’infezione cronica delle gengive può favorire la colonizzazione batterica delle vie aeree superiori ed esporre il paziente al rischio di infezioni polmonari come la polmonite.
Controindicazioni anatomiche
Quando non si può fare un impianto dentale? Esistono alcune controindicazioni anatomiche che possono complicare l’installazione di un impianto dentale. Nella maggior parte dei casi si tratta di problemi legati alla struttura dell’osso mascellare e dei tessuti circostanti.
Uno dei fattori che possono influire sulla corretta applicazione di un impianto dentale è, oltre alla carenza osso alveolare, la posizione dei seni mascellari. Il problema sorge quando i seni mascellari si trovano troppo a ridosso delle zone in cui devono essere posizionati gli impianti. Quando ciò accade si può procedere alla tecnica del sollevamento mascellare o all’applicazione di un impianto zigomatico.
Un altro aspetto che può comportare un fattore di rischio durante un intervento di implantologia dentale è la presenza del nervo alveolare inferiore o del nervo mentale. Si tratta di due nervi responsabili della sensibilità delle labbra, delle guance e del mento. Per evitare possibili lesioni ai nervi ed eventuali conseguenze negative, il dentista deve valutare in maniera accurata l’anatomia del paziente.